Brutta chiusura di settimana per l'Euro/Dollaro che perde il forte supporto 1.12, in piedi da oltre un mese, avvicinandosi ai minimi di maggio scorso con la prospettiva che i ribassi non siano finiti.
I prezzi infatti si dirigono con maggiore velocità, dopo mesi di stallo, verso i supporti di medio/lungo termine sotto quota 1.1120 peggiorando una dinamica ribassista in essere da tempo.
Gli indicatori di trend come il cci sul grafico giornaliero virano in zona ipervenduto, ufficializzando il salto di qualità dei venditori, capaci nei prossimi giorni di spingere i corsi su valori ancora più bassi come ad esempio a 1.1020 usd.
Questo importante livello di sbarramento superato l'ultima volta nel lontano maggio 2017, ora non è più così distante e sarà importante valutare gli effetti sui corsi martedì dopo la riunione della FED, che espliciterà la propria politica monetaria in materia di tassi.
Il previsto taglio dei tassi d'interesse non sarà il tema principale a tenere banco, quanto le proiezioni future sulla dinamica della crescita del PIL e sul tasso d'inflazione, escludendo probabilmente di calendarizzare nuovi interventi.
Un euro così basso non facilita certo l'opera di aggiustamento del deficit delle partite correnti USA, che rischia di esacerbare l'escalation sui dazi da parte dell'amministrazione Trump anche nei confronti dell'Europa, continente votato ormai da un secolo alle esposizioni.
Dunque oltre a profilarsi uno scontro valutazione tra le maggiori valute mondiali, gli operatori dovranno monitorare con maggiore attenzione l'evoluzione ribassista attuale.
Ciò in quanto non sono da escludere sussulti improvvisi verso l'alto ad esempio oltre quota 1.1230 prima e 1.1280 a seguire.
Strategie operative su EUR/USD
Per le posizioni long: collocare lungo quota 1.1070 un ordine pendente confidando in un veloce rimbalzo verso quota 1.1210, rischiando al massimo 60 pips di stop loss.
Con un profilo di rischio maggiore anticipare ingressi al rialzo ai prezzi correnti, suddividendo il capitale totale destinato all'operazione.
Ciò consentirà di approfittare di prezzi più bassi, fino quota 1.1040, con un rischio massimo di 60 pips ed un target oltre 1.1180 prima e 1.1240 a seguire.
Per le posizioni short: ingressi al ribasso immediati appaiono ora tardivi rispetto anche alle indicazioni corrette fornite la scorsa settimana, per cui meglio optare per la classica strategia di attendere i prezzi al varco.
In tal senso distribuire più ordini pendenti lungo quota 1.1340, 1.1250 e 1.1180, rischiando al massimo 70 pips complessivi ed un target sotto 1.1020 usd.
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