Le giornate si susseguono quasi sempre allo stesso modo, ovvero con trepidante attesa, anche se vana per il momento, che qualcosa di nuovo possa modificare le price action attuali. Prezzi che si muovono sempre con la medesima dinamica, ovvero un inizio di giornata in cui ci sono vendite sui listini, probabilmente prese di beneficio, e poi prontamente si ritorna a salire fino all’arrivo della sessione americana, nella quale, a farla da padroni, sono i dati macro che però alla fine non cambiano il solito schema, ovvero tentativi di correzione frustrati in origine e ritorno al rialzo verso nuovi massimi di prezzo.
È così da settimane e nulla sembra modificare tale scenario. Tra l’altro i dati americani, continuano a mostrare resilienza, che in linea teorica, potrebbero anche spaventare gli investitori e gli operatori, in ragione di un possibile ritorno dell’inflazione, sostenuto, nel caso di specie, anche da dichiarazioni dei rappresentanti del Fomc.
A tal proposito ieri ci ha pensato Barkin della Fed a richiamare prudenza prima di un eventuale riduzione del costo del denaro, ma tutto ciò non ha comunque spaventato i mercati, o tantomeno provocato alcun ritorno del risk off.
Viviamo una sorta di euforia, forse irrazionale, e l’unica nota stonata, in mezzo a tanto appetito la rischio, è il rialzo dei rendimenti del decennale Usa, saliti al 4.16% ieri, un piccolo campanello d’allarme, forse. Il Vix rimane in area 13 mentre sui cambi, neutralità assoluta, eccetto l’indebolimento dello Jpy, generato dall’apparente disinteresse della Boj, vero il tasso di cambio.
AZIONARIO
I listini USA hanno chiuso ancora positivi anche se sostanzialmente vicino allo zero. Il Dow Jones è salito dello 0.13%, mentre l’S&P 500 ha toccato la soglia dei 5 mila punti, con un guadagno dello 0.06%, e infine il Nasdaq ha chiuso a +0.24%. Le trimestrali non hanno evidenziato particolari performance, considerato che Pinterest ha perso il 10% per aver mancato le stime dei ricavi, così come Expedia, crollata del 13% per profitti inferiori al consensus nel quarto trimestre 2023.
Walt Disney invece è salita dell’11.5% dopo che gli utili hanno superato le previsioni. La sensazione che vi sia, in questo ultimo periodo, una concentrazione di liquidità aggiuntiva su pochi titoli tecnologici è forte, ed è forse per questo che gli indici continuano a salire anche se lentamente. Listini guidati da pochi titoli ipercapitalizzati. Tecnicamente non vi sono segnali di inversione, almeno fino a quando non assisteremo alla creazione di massimi decrescenti.
SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE
Il dato relativo ai sussidi di disoccupazione, negli Usa, ha evidenziato un calo di 9 mila unità nella settimana, a 218.000 rispetto al valore delle stime che era per un incremento di oltre 220 mila. Le richieste continuative, ovvero i continuing claims hanno registrato una diminuzione di 23 mila unità.
Nonostante i dati comunque positivi, si evidenzia un rallentamento dell’occupazione che, sebbene non sia fonte di preoccupazione, costringe i banchieri centrali a tenere alta l’attenzione e ad essere prudenti.
NIKKEI SUI MASSIMI STORICI
Toccato il livello più alto degli ultimi 34 anni, a 37 mila punti, dopo la pubblicazione di trimestrali positive, e in ragione anche della debolezza dello Jpy, che viene alimentata dalla politica iper-accomodante della BoJ, che sembra anche restìa ad intervenire per sostenere il tasso di cambio.
A conferma di ciò il Vicegovernatore della Boj Shinichi ha dichiarato che l’autorità monetaria non inasprirà la politica monetaria, anche se prima o poi metterà fine alla politica super accomodante. Jpy a 149.40 contro dollaro, non lontano dai minimi storici, ovvero dai massimi di UsdJpy a 151.94 toccato a ottobre del 2022 e quasi replicato nel novembre 2023.
VALUTE
Continua la fase laterale, con il solo Jpy a perdere quota, mentre su tutte le altre valute si assiste ad un consolidamento del biglietto verde, per ora incapace di violare le resistenze chiave, ma neppure tanto debole da cedere i primi supporti.
Euro e sterlina nel range delle ultime settimane, mentre qualche novità è rappresentata dalla correzione in atto sul franco svizzero che cede qualche posizione contro euro e dollaro. Interessanti movimenti per NzdChf e AudNzd, con le oceaniche che restano tendenzialmente deboli, specie il dollaro australiano.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani
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