Ieri la festività del “labour day” è stata caratterizzata da scarse oscillazioni sui mercati, con Wall Street chiusa per la festività. Nella sessione asiatica poi, i future sulle azioni statunitensi sono scivolati, mentre i mercati si preparano ad un nuovo mese di operatività, Settembre, che storicamente è spesso stato un periodo non facile per le borse.

Il mese di Agosto, come ricordato, ha visto i tre principali indici statunitensi chiudere comunque in verde, con l'S&P 500 a +2,28%, mentre il Dow e il Nasdaq Composite sono saliti rispettivamente dell'1,76% e dello 0,65%. Tali movimenti sono avvenuti dopo quella brusca caduta di inizio del mese scorso, guidata dai timori di recessione negli Stati Uniti e dal rapido scioglimento delle operazioni di carry trade in yen.

Tuttavia, il sentiment si è stabilizzato poiché dati più positivi sull'economia statunitense e le solide aspettative relative al fatto che la Federal Reserve inizierà a tagliare i tassi di interesse, hanno risollevato il sentiment dei mercati. La settimana che praticamente comincia oggi, ci dirà molto, considerata la qualità dei dati in uscita, compresi i Non Farm Payrolls di venerdì, ma senza dimenticare gli Adp, I Jolts Openings e i sussidi settimanali, per rimanere ai numeri sul mercato del lavoro, quello che più ha preoccupato la banca centrale nell’ultimo periodo.

VALUTE

Sui cambi non è successo nulla ieri, pertanto potremmo replicare quanto scritto ieri, in un momento nel quale, il mercato è indeciso sull’andamento dei principali rapporti, che possono vedere un dollaro in correzione, ma allo stesso modo, osservare una nuova caduta del biglietto verde.

Le probabilità sono le medesime a nostro avviso e tutto dipenderà dall’andamento dei dati macro, e dalle dichiarazioni dei banchieri centrali, pronti, in ogni occasione, a scombussolare le diverse price action. Euro ancora sopra i supporti chiave di 1.1050 mentre il Cable potrebbe scendere a 1.3050 nelle prossime sedute. Stabile lo Jpy a 146.50 e debolezza rinnovata per le oceaniche, in piena correzione, spinti dalla debolezza del dollaro australiano.

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AUSTRALIA

Nella notte, il dollaro australiano ha perso quota, una cinquantina di pips dai livelli di 0.6785 a 0.6735, dopo che i prezzi dei minerali di ferro, ma in generale delle materie prime, sono scesi, in ragione, tra l’altro, della debole domanda cinese. I dati ufficiali hanno mostrato che l'attività manifatturiera cinese si è ulteriormente contratta ad agosto, sebbene i sondaggi abbiano rivelato che il settore manifatturiero è tornato a crescere rispetto ai mesi precedenti.

Intanto, sempre in Australia, i dati mostrano che la spesa pubblica è stata il principale motore della crescita economica nell'ultimo trimestre, indicando una potenziale debolezza della domanda privata. A questo punto diventano cruciali i numeri del PIL australiano del secondo trimestre, mercoledì, e soprattutto gli ultimi commenti del governatore della Reserve Bank of Australia Michele Bullock giovedì per conoscere le intenzioni della banca centrale relativamente alla politica monetaria.

Per finire, ricordiamo che sempre stanotte sono usciti i dati sulle partite correnti sempre in Australia, Il deficit si è ampliato a 10,7 miliardi di AUD nel secondo trimestre del 2024 da un deficit rivisto al rialzo di 6,3 miliardi di AUD nel primo trimestre, peggiore delle aspettative di mercato e con un divario di 5,9 miliardi di AUD. È stato il più grande deficit delle partite correnti dal secondo trimestre del 2018 a causa di un calo del surplus commerciale e di un aumento del disavanzo netto del reddito primario. Il surplus di beni e servizi è crollato a 11,8 miliardi di AUD nel secondo trimestre da 15,9 miliardi di AUD nel primo trimestre, a causa di un continuo calo dei prezzi delle materie prime.

EUROZONA, AZIONARIO IN CALO

Le azioni europee sono scese lunedì dopo aver registrato forti guadagni ad agosto, mentre i mercati continuano a valutare il contesto economico per suggerimenti sui futuri costi del credito e sui rendimenti aziendali. Lo Stoxx 50 dell'Eurozona è sceso dello 0,5% per attestarsi sul livello di 4.935, e lo Stoxx 600 paneuropeo è sceso dello 0,5% dal massimo storico della sessione scorsa al livello di 522.

Le aziende che producono beni di consumo ciclici sono state tra le peggiori della sessione, pressate dal rallentamento dell'economia cinese nel fine settimana, con la pubblicazione dei PMI NBS in calo ad Agosto, con rinnovate preoccupazioni di indebolimento della fiducia dei consumatori in mezzo alla riluttanza del governo a voler sostenere un ulteriore sostegno economico.

LVMH ed Hermes sono scesi di quasi il 2% ciascuno e Kering è affondato del 2,5%. Inoltre, Stellantis, BMW e Mercedes sono scese tra l'1,5% e l'1%, tra i produttori di automobili. Anche i settori industriali e le banche hanno registrato perdite, con BNP Paribas, Santander, Siemens e Schneider, tutte sotto l'1%.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Barlinzani



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