Borse più riflessive verso il weekend, ma comunque vicine ai massimi storici. Le Banche centrali non hanno fretta di tagliare: max 1/2 tagli entro fine anno. Torno la calma relativa sui Govies europei, ma si torna a discutere di MES. Economia europea ancora debole, siamo al 5’ trimestre di stagnazione.
Ieri i listini azionari Europei, dopo un avvio incerto, hanno chiuso in positivo in scia all’ottimismo sulla tecnologia ancora prevalente a Wall Street. Alla buona intonazione dell’azionario europeo potrebbe avere contribuito l’inattesa e gradita mossa della Banca Nazionale Svizzera che ha tagliato il tasso d’interesse di riferimento da 1,50% a 1,25%.
Tutto invariato, invece, sia per la Banca centrale Norvegese (Norges Bank), col “repo rate” al 4,5%, che per Londra, dove nella riunione della Banca d'Inghilterra, in linea con le previsioni, è prevalsa la scelta di mantenere il tasso di riferimento invariato a 5,25%, il livello più alto dal 2008.
In area Asia-Pacifico, la Banca centrale Cinese ha deciso di lasciare ancora invariati i tassi a 1 e 5 anni, con l’ovvia ricaduta di una nuova scivolata delle azioni del settore immobiliare/costruzioni, che evidentemente speravano un taglio, con correlato “sollievo” sul costo dei mutui. Ha invece sorpreso che la Banca centrale (PBoC) stia valutando la possibilità, sinora inedita, di acquistare i Titoli di Stato sul mercato.
Se i listino EU sono vicino ai massimi, le Ipo (offerte pubbliche iniziali) faticano a decollare: nel giro di poche settimane si sono susseguite le rinunce alla quotazione di Golden Goose (calzature sneakers) in Italia, Tendam Brands (abbigliamento) in Spagna, e Flix, (autobus su lunghe tratte, gruppo Greyhound) in Germania.
Al termine della seduta di ieri, 20 giugno, Milano è risultata la migliore con +1,37%, seguita da Parigi, +1,35%, Francoforte +0,95% e Londra +0,82%. Nonostante il nuovo spunto rialzista di Nvidia, Wall Street ha realizzato un altro piccolo rialzo solo col Dow Jones, +0,77%, e cali frazionali per S&P500, -0,25% e Nasdaq, -0,81%.
Rasserenamento in vista sull’obbligazionario? Parrebbe di sì, se consideriamo il calo dello spread tra Btp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi: closing a 152 punti base, dai 154 di mercoledì, col rendimento del BTP benchmark fermo a 3,94%.
Si riaccende il dibattito sul Meccanismo europeo di Stabilità (MES), che l’Italia non ha ancora ratificato nonostante, dato l’elevato debito pubblico, sia potenzialmente uno dei principali beneficiario del suo intervento.
Il ministro dell'Economia Giorgetti ha rimproverato al Consiglio dei Governatori del MES di avere emerginato l'Italia, Paese fondatore dell’unione Europea da alcune importanti recenti decisioni, segnalando al tempo stesso che nel Parlamento italiano al momento non c’è la maggioranza necessaria alla ratifica del Trattato.
Sempre sul tema MES va ricordata il convinto “endorsement” del FMI (Fondo Monetario Internazionale): "Un mercato dei capitali integrato trarrebbe vantaggio dal rafforzamento della capacità dell'Esma di coordinarsi tra le autorità nazionali, da una maggiore armonizzazione della supervisione e da iniziative ambiziose degli Stati membri per promuovere la convergenza dei mercati finanziari.
Pertanto occorrerebbe dare priorità alla ratifica del trattato Mes per rendere operativo il backstop per il Fondo di risoluzione unico".
Macro Usa: la scorsa settimana sono scese di 5 mila unità le richieste di sussidi alla disoccupazione, a 238 mila, poco sopra le 235 mila previste. E’ invece calato l’indice Fed Philadelphia sulla manifattura, ma è un dato che richiede conferme prima di poter parlare di rallentamento delle crescita Usa.
Macro Europa: ancora male stamattina l’indice Pmi (Purchasing managers Index) manifatturiero dell'Area-Euro, sceso a 45,6 punti a giugno da 47,3 di maggio e contro stime di 47,9. La “soglia 50” delimita espansione e contrazione, pertanto la congiuntura europea è al 5’ trimestre di ininterrotta fase stagnante.
Sul fronte Europeo, l’ECB (Banca centrale Europea-BCE), nel suo bollettino mensile, continua ad evitare commenti, anticipazioni o conferma sulla prospettiva di riduzione dei tassi dopo il taglio a giugno. “L’impegno prioritario resta quello di assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine, perciò la politica monetaria manterrà livelli sufficientemente restrittivi". ll Governatore della Banca centrale Olandese Knot intanto esprime la sua preferenza per modificare i tassi solo in quei meeting che possono contare sulle previsioni aggiornate, cioè a settembre, dicembre, marzo e giugno, immaginando che possano essere 1 o al massimo 2 entro fine anno. Materie prime energetiche: le scorte petrolifere Usa sono diminuite più del previsto la scorsa settimana: -2,55 milioni/barili (contro attese di -2,1 milioni) a 457,11, mentre il livello di utilizzo degli impianti è sceso -1,5pt a 93,5%, contro attese di 94,9%.
Oggi, 21 luglio, i mercati non festeggiano l’inizio dell’estate astronomica: dopo la chiusura contrastata di ieri a Wall Street le Borse asiatche hanno chiuso in prevalente ribasso, similmente al giorno prima, interrompendo il rally tech delle prime 3 sedute della settimana. Hong Kong -1,4%, Tokyo -0,1%, con l'inflazione di maggio salita a +2,5%, deboli Shanghai -0,24% e Shenzhen -0,04%. Seul -0,83%, mentre Sydney fa eccezione, +0,34%.
Le Borse EU chiudono la mattinata senza spunti, in calo medio di -0,5%. Negli Usa ci aspettiamo volumi esuberanti e volatilità sopra alla media nella giornata delle cd “3 streghe”, che prevede la contemporanea scadenza di opzioni legate a indici, azioni ed Etfs. I Future su Wall Street anticipano riaperture “piatte”. (ore 13.30 CET)
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