Saranno due i temi dei prossimi mesi sul mercato azionario: la contrazione dei multipli di borsa e la rotazione sui value stocks.
Il focus e’ cambiato. Chi fino a soli 10 giorni fa comprava bendato, confidando sull’azione accomodante della FED, ora ha perso totalmente la fiducia. Spaventato, ha timore che la FED possa fare poco davanti ad un rischio macro mondiale associato alla diffusione del coronavirus. I multipli di borsa stellari a cui trattavano molti titoli iniziano ad essere messi in discussione e cosi, si passa alla rotazione. Si vendono i growth stocks e si comprano titoli piu’ cheap.
Per questo motivo, gli indici come quelli USA, Nasdaq in particolare, saranno gli indici piu’ a rischio nei prossimi mesi. Essi sono a rischio di maggiori ribassi dato che i loro multipli sono quelli piu’ elevati. Primi fra tutti, i titoli del FANG+ index che racchiude Apple Inc., Amazon.com Inc., Google parent Alphabet Inc., Facebook Inc., Alibaba Group Holding Ltd., NVIDIA Corp., Netflix Inc., Tesla Inc., Baidu Inc. e Twitter Inc. Questi sono i titoli “piu’ amati” dai retailers e dai gestori. Sono quelli che maggiormente pesano sugli indici e che probabilmente traineranno al ribasso gli indici stessi, date le valutazioni a cui trattano. Attualmente i titoli FANG+ trattano a 34X gli utili stimati dagli analisti per il 2020, multiplo simile a quello a cui trattavano i titoli del Russel 1000 a marzo del 2000, prima dello scoppio della bolla. Se poi prendiamo il multiplo considerando il rapporto dei prezzi sugli utili dello scorso anno, il ratio sale a 55, a premio dell’8% rispetto al medesimo ratio che aveva il Russel 1000 sugli utili storici prima dello scoppio della bolla. I multipli salgono poi ancora se si aggiustano gli utili per l’inflazione. Ma non finisce qua. Se analizziamo i multipli sul fatturato, la picture non cambia. I titoli FANG trattano a 5.9X il fatturato, circa il 40% in piu’ del multiplo a cui trattavano i titoli growth del Rusell 1000 prima del marzo 2000.
Da qualsiasi ottica si leggano questi multipli, essi risultano particolarmente cari.
Cio’ che preoccupa e’ il peso che questi titoli assumono sugli indici. 8 dei titoli FANG sono aziende USA che pesano solo per il 13% sul Russel 1000. Un ribasso del 10% di tali titoli e’ gia’ in grado, da solo, di far scendere il Russel 1000 dell’1.3%.
Ma il mercato USA, non e’ caro solo in termini assoluti, e’ caro anche in termini relativi.
Se raffrontiamo il P/E del mercato USA con i multipli dell’indice Morgan Stanley World Ex USA, il divario dal 2009 e’ considerevole. Tale divario sottopone il mercato USA ad un maggior rischio downside qualora gli operatori decidessero di non voler piu’ pagare un premio valutativo cosi elevato in un contesto di possibile rallentamento marcato dell’economia USA.
E allora entra in gioco la rotazione. In tale contesto, potrebbero essere i titoli value, quelli con valutazioni meno elevate in termini assoluti e relativi a sovraperformare il mercato. Questo e’ quanto e’ avvenuto nel sell off del 1973. In quel periodo, i titoli growth, a piu’ elevata crescita hanno registrato una flessione del 48% (da gennaio 1973 a settembre 1974). Al contrario, i titoli piu’ cheap hanno registrato una flessione del 28%. Nello scoppio della bolla del 2000, le azioni piu’ cheap dello S&P500 realizzarono una perdita limitata al 10% mentre i titoli piu’ profittevoli dell’indice USA registrarono una flessione del 32%.
In sintesi, gli elevati multipli a cui trattano gli indici USA, rendono il mercato USA particolarmente vulnerabile, in particolare i titoli growth e ad elevata concentrazione delle posizioni sia da parte degli investitori retail che da parte degli investitori istituzionali. I titoli FANG sono un chiaro esempio.
La pressione sugli indici USA potrebbe aumentare se: 1) I fondi quant dovessero iniziare a vendere pesantemente. Importante monitorare la tenuta dei livelli di 3050 dello S&P500 e la rottura delle media a 200gg. 2) I casi di coronavirus dovessero espandersi massicciamente anche in USA. 3) La FED dovesse rimanere inerme e attendista.
Al contrario, potremmo assistere ad un rimbalzo degli indici, qualora l’amministrazione Trump e la FED dovessero introdurre misure concrete a sostegno dell’economia. A quel punto il focus si sposterebbe di nuovo e nessuno si preoccuperebbe piu’ di pagare multipli elevati. Il Coronavirus verrebbe considerato come una normale influenza.
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