Il mese scorso avevamo previsto che il prezzo del gas naturale sarebbe aumentato ancora e così è stato. Un nuovo rialzo di oltre il 7% ha spinto ancora più in alto le quotazioni del gas, che ora si trova al livello più alto raggiunto da novembre 2018. Se la spinta rialzista dovesse continuare in questo modo, arriveremmo anche a sorpassare quel record: il gas arriverebbe così al suo prezzo più alto dall’ormai lontano 2014.

Oggi vogliamo aggiornare la nostra analisi, spiegando le nostre previsioni per settembre 2021. Ci interessa analizzare la situazione per capire se questi rialzi potrebbero estendersi ancora nei prossimi mesi oppure no. Come sempre, lo faremo soprattutto analizzando i fondamentali del settore e dell’economia più in generale.

Le scorte di gas naturale sono estremamente basse

La settimana critica per l’andamento del gas naturale ad agosto è stata l’ultima, quella segnata soprattutto dal report della EIA sulle scorte americane. La Energy Information Administration si occupa di pubblicare periodicamente un report sulle scorte di gas negli Stati Uniti, un avvenimento sempre seguito da molto movimento nei prezzi del gas.

Agosto era iniziato con scorte già molto basse: al 13 del mese le scorte riportate dalla EIA ammontavano a 2,8 miliardi di piedi cubi (Bcf). Ci si aspettava che durante la settimana successiva l’estrazione aumentasse a un ritmo importante: le stime parlavano di 35-56 miliardi di metri cubi in più. In realtà il report del 20 agosto ha rivelato che le scorte sono aumentate molto meno di così: appena 29 Bcf. Il prezzo del gas ha subito iniziato una forte rincorsa verso l’alto.

Per fare un confronto diretto, lo scorso anno le scorte ammontavano a 3,4 miliardi di Bcf. Circa il 20% in più, che in un mercato strettamente dominato dalla legge di domanda e offerta è ovviamente una cifra molto importante. La media delle scorte negli ultimi 5 anni è comunque di 3 miliardi di Bcf, per cui non così lontana dai livelli attuali. Considerando che in questi anni il prezzo del gas è rimasto in media ampiamente sotto i 4$ per mmBT, non c’è così tanto di cui stupirsi.

I mercati scontano anche l’aumento della domanda

In questi mesi le banche centrali hanno finanziato i governi in lungo e in largo per far fronte all’emergenza Covid. Uno dei temi su cui molti governi si sono concentrati, tra cui quello degli Stati Uniti, è quello dell’energia elettrica. Molti investimenti sono andati nella direzione dell’energia rinnovabile, che chiaramente rimane il futuro in un ottica di lungo termine. Ma con la sua incapacità di produrre scorte e il suo costo ancora relativamente alto, nel breve termine c’è bisogno di altro.

Le centrali nucleari hanno il prezzo di produzione più basso, ma l’enorme investimento iniziale rende il break-even point troppo lontano nel tempo. Per allora ci si aspetta che l’energia rinnovabile sia già diventata più conveniente e che si siano trovati dei metodi economicamente convenienti per conservarla nel tempo. Per ora, però, ciò che conviene davvero sono le centrali a gas.

L’aumento del numero di centrali a gas e della domanda di energia elettrica, sostenuta anche dal crescente numero di auto ibride o elettriche, è importante. Per cui ci si aspetta che una volta messa alle spalle la situazione Covid-19, la domanda sia più alta di quella che c’era sul mercato alla fine del 2019.

Paura di un taglio dell’offerta di gas con l’arrivo degli uragani

La stagione degli uragani è alle porte. Una grossa perturbazione in questi giorni sta già colpendo il mare dei Caraibi e presto si dirigerà verso gli Stati Uniti e il Messico. Due aree molto importanti per l’estrazione di gas e di petrolio, che come tutti gli anni si preparano a scoprire cosa riserverà questo periodo. Malgrado non ci sia ancora la certezza, si pensa già che questa perturbazione possa diventare un forte uragano quando arriverà sulla costa.

L’ultima settimana di agosto è stata segnata da forti rialzi sia nel prezzo del petrolio che nel prezzo del gas naturale. Entrambi sono in parte riconducibili al timore per la situazione meteorologica, che ha già causato alcuni campanelli d’allarme. Royal Dutch Shell, ad esempio, ha iniziato l’estrazione di tutto il personale non essenziale dalle sue piattaforme offshore. La stagione degli uragani attende ancora il suo vero inizio, ma sembra che sarà piuttosto dura.

Tutto questo, comunque, sembra già parzialmente scontato dal mercato. Se ora la perturbazione dovesse rivelarsi meno critica del previsto, allora il prezzo del gas naturale potrebbe essere diretto verso un drastico ribasso di breve termine. Questo sarà sicuramente uno degli eventi che seguiremo molto da vicino a settembre.

Dov’è diretto il gas naturale a settembre?

La nostra opinione è che a settembre il gas naturale attraverserà un periodo ribassista, quantomeno nel breve termine. I prezzi hanno corso davvero molto nelle ultime settimane, malgrado i livelli di scorte non siano così drammaticamente bassi. La injection season proseguirà ed è probabile che il prezzo non possa salire oltre nemmeno sulla scia di un possibile uragano, che pare ormai già ampiamente scontato dai livelli attuali di prezzo.
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