Macro europea conferma fase stagnante: Germania in recessione. Cina: si riaccende l’ottimismo sulle Borse cinesi. Economia Usa forte, con conseguenti rischi per l’inflazione. Avvio, coi numeri di 3 big banks delle trimestrali Usa.
Ieri, 9 ottobre, le Borse europee hanno chiuso in recupero una seduta inizialmente priva di tono e di direzione, su cui pesavano i rischi di escalation dei conflitti in Medio Oriente e l'attesa di novità dalla Cina, dove Governo e Banca centrale potrebbero annunciare nuovi stimoli all'economia.
In effetti ieri mattina le Borse cinesi, dopo i forti rialzi della vigilia, erano scese pesantemente, nonostante le rassicurazioni di Pechino, nel timore che i recenti provvedimenti potessero non essere sufficienti a propellere una crescita robusta e sostenibilie: Shanghai ieri ha perso -4,3%, e Shenzhen -5% circa.
In Europa Milano è salita +0,6% al pari di Amsterdam e Londra, Francoforte +1,0%, Parigi +0,5%. Anche a Wall Street chiusure positive ieri sera: Dow Jones +1,0%, Nasdaq +0,6%, S&P500 +0,7%.
Ieri era il giorno della pubblicazione dei verbali dell'ultimo vertice della FED da cui è emersa una “sostanziale maggioranza” favorevole al taglio di -50 pbs, stante la diminuzione dei rischi sull’inflazione e all’aumento dei rischi” per il mercato del lavoro: a questo tema, oggi, occhi aperti sui prezzi al consumo di settembre.
Macro Europea: si conferma un autunno di ristagno per l’economia dell’Euro-zona e di quella tedesca in particolare: il governo tedesco ha tagliato le previsioni di crescita economica 2024, che indicano ora una contrazione del GDP (PIL) del -0,2% rispetto alla crescita del +0,3% prevista in precedenza.
In sintesi la Germania è in recessione per il 2’ anno consecutivo, dopo il -0,3% del 2023, per poi tornare in crescita del +1,1% nel 2025 e del +1,6% nel 2026. Qualche segnale inccoraggiante giunge dalle vendite al dettaglio tedesche, cresciute +1,6% mensile ad agosto, dopo il +1,5% di luglio, e del +2,1% su base annua.
In Italia il Governo spera in una rapida discesa del costo del denaro: il Ministro delle Finanze Giorgetti ha dichiarato: "è iniziato un percorso di riduzione.. e spero che vada avanti il più velocemente possibile, in modo che questa politica monetaria e la politica credibile di questo Governo, congiuntamente, possano eliminare la spesa più odiosa, quella degli interessi che siamo costretti a pagare..”.
Pechino risponde ai dazi europei sulle auto elettriche con quello sui marchi europei di “superalcoolici” importati in Cina dall'Unione Europea: oscilleranno tra 34,8 e 39% a partire dall'11 ottobre: i più colpiti sono i marchi francesi Hennessy e Remy Martin.
L'aumento superiore alle previsioni delle riserve petrolifere Usa ha alimentato le vendite sui future del petrolio: quallo con scedenza novembre sul Wti (greggio di riferimento Usa) ieri ha perso -0,9% a 72,9 Dollari/barile.
Negli Usa sembra impattare tardivamente l’ascesa del costo del denaro degli ultimi 2 anni: a settembre le domande di mutuo sono scese -5,1% e quelle più generiche per ristrutturazioni e migliorie immobiliari, in gerenere di scadenza più breve, -9,0%.
Stupisce anche che la scorsa settimana il tasso di interesse medio sui nuovi mutui a tasso fisso a 30 anni sia salito +22 bps a 6,36%, il 1’ aumento da 3 mesi.
Il comparto obbligazionario sembra entrato in una fase letargica: il rendimento del BTp decennale benchmark staziona attorno a 3,55%, col differenziale di rendimento tra BTp decennale benchmark ed omologo Bund tedesco stabile a 130 bps.
Oggi, 10 ottobre, le Borse europee registrano un avvio incerto, mentre quelle asiatiche hanno chiuso con ampi guadagni, anche sulla scorta del brillante finale di Wall Steet ieri sera, quando Dow Jones e S&P 500 hanno segnato nuovi massimi.
In Europa si attendono i verbali dell’ultima riunione dell’ECB (BCE), nei quali gli analisti cercheranno indicazioni sulle prossime mosse sui tassi.
Negli Stati Uniti, come noto, la prossima riunione della Banca centrale (FED) è il 6-7 novembre, all’indomani delle elezioni presidenziali Usa e dei dati sul mercato del lavoro di ottobre, memori che settembre aveva dato indicazioni di forza.
Restando negli Usa, oggi avremo i dati sull'inflazione Usa di settembre, prevista in rallentamento a +2,3% grazie al calo delle componenti energetiche: quella 'core' dovrebbe rimanere stabile a 3,2%. Domani, venerdì 11, avremo la pubblicazione delle relazioni trimestrali di Blackrock, JpMorgan e Wells Fargo.
Le Borse asiatiche hanno tutte chiuso in territorio positivo, incoraggiate dall’annuncio della Banca centrale Cinese (Pboc) di una ’facility swap’ che agevola le imprese nell’accesso a prestiti agevolati per 500 miliardi di Yuan, circa 65 miliardi di Euro. Le dimensioni dello strumento potrebbero essere elevate ulteriormente.
Hong Kong ha guadagnato +3,1%, Tokio +0,3%, Shanghai +1,3%, Shenzhen +0,8%: molta attenzione è ora dedicata alla conferenza stampa del Ministro delle Finanze cinese di sabato 12, volta a fornire dettagli sul piano di stimoli fiscali.
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