Buongiorno a tutti. Nelle ultime settimane si è tanto parlato del mercato cinese, in particolare di quello tecnologico. Sono tante le domande che si susseguono tra noi, tra le quali la più famosa :”è arrivato il momento di acquistare nuovamente i colossi tech cinesi”? Una risposta chiara e certa non esiste, tuttavia il mio processo prevede la creazione di alcuni indicatori che mi indichino quando, statisticamente, un mercato tende a performare bene. Con questa analisi ho deciso di condividerne uno con voi, accompagnandovi con una spiegazione che spero sia chiara il più possibile. Detto questo, iniziamo!
L’IDEA CHE MI HA PORTATO ALLA CREAZIONE DELL’INDICE: COME HO SFRUTTATO LO SPREAD BTP-BUND La mia idea è partita da un ragionamento “intermarket”: qualche giorno fa, come avrete letto, ho pubblicato un’analisi riguardante lo spread BTP-BUND, rimarcando il fatto che la stabilità dei Paesi Europei poteva essere stabilita mettendo in relazione (attraverso una differenza, o “spread”) i rendimenti dei decennali degli stessi Stati Europei al rendimento del Bund tedesco costituendo quest’ultimo un mezzo di paragone perfetto vista la forza e la stabilità dell’economia tedesca. Il concetto fondamentalmente è questo: un Paese è “stabile” quanto più questa sua “stabilità” si avvicina a quella tedesca. Trovate l’articolo al link:
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Ogni qualvolta imparo ed assimilo un concetto provo a riapplicarlo in altri contesti; talvolta questo mio modo di pensare mi premia, facendomi ottenere dei risultati, mentre altre volte no; sono tuttavia molto appassionato della materia, ragion per la quale mi ostino nelle mie ricerche, e il concetto che sta alla base dello spread BTP-BUND mi ha fatto riflettere su un qualcosa: “posso utilizzare questo concetto facendo una trasposizione dal mercato obbligazionario al mercato azionario?”
Ed ecco che è nata l’idea. Per crearmi un indice capace di indicarmi quando statisticamente il mercato azionario tecnologico cinese tende a performare bene, ho pensato di paragonare lo stesso all’indice tecnologico più forte e conosciuto del nostro pianeta; la scelta è ricaduta facilmente sul Nasdaq, indice tech americano composto da vari colossi quale Apple, Microsoft, Nvidia, Adobe e tanti altri. Ricapitolando, ho pensato:” come è vero che paragono i rendimenti del BTP italiano a quelli del Bund (che è il riferimento) per capire se l’Italia è considerata stabile o no, posso allo stesso modo sostituire all’equazione l’indice tech cinese al posto del BTP e l’indice tech americano come riferimento al posto del Bund?
L’INDICE DI FORZA RELATIVO INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF (CQQQ)/TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND(XLK) Ho creato un indice di forza relativo (e non uno spread, come nel caso del BTP-BUND) tra due etf:
• L’INVESCO CHINA TECHNOLOGY ETF, le quali prime 10 partecipazioni sono costituite da: 1. Alibaba 2. Tencent 3. Meituan 4. Amperex Tech 5. Baidu 6. Netease 7. Nio 8. Jd.com 9. Xiaomi 10. Yangtze Power
• Il TECHNOLOGY SELECT SECTOR SPDR FUND, le quali prime 10 partecipazioni sono rappresentate da: 1. Microsoft 2. Apple 3. Visa 4. Mastercard 5. Nvidia 6. Broadcom 7. Adobe 8. Accenture 9. Cisco 10. Salesforce Se qualcuno si chiedesse come mai non abbia considerato direttamente il Nasdaq come riferimento tech americano, rispondo che ho preferito l’etf XLK in quanto ci opero molto spesso.
L’indice di forza relativo scaturito dai due etf:
*essendo CQQQ al numeratore e XLK al denominatore dell’indice di forza significa che quando quest’ultimo sale è il tech cinese a dimostrarsi il più “forte”; è vero il contrario a parti invertite
COME HO RAPPORTATO L’INDICE TECNOLOGICO CINESE ALL’INDICE DI FORZA Creato l’indice, ho pensato :”quando l’indice di forza relativo si rafforza, denunciando una superiorità del tech cinese rispetto al riferimento americano, quali sono le reali performance dell’etf sul settore tech cinese CQQQ”? Di conseguenza, metaforicamente parlando, ho pensato che quando il tech cinese sovraperformava quello americano, ossia l’indice di riferimento, era probabile che le stesse performance sul settore tech cinese fossero di rilevante importanza. Per capire se effettivamente potesse essere così, ho backtestato il tutto:
Come spiego all’interno delle tre grafiche condivise, ho operato in questo modo: • Ho intercettato le tendenze rialziste nell’indice di forza dai minimi ai massimi successivi di ogni impulso e successivamente ho misurato le performance dell’indice tech cinese in quelle stesse aree, in valor percentuale
CONCLUSIONI Paragonare l’indice tech cinese a quello americano così come si paragona il rendimento del BTP a quello del BUND si è rivelata una scelta azzeccata. Ogni qualvolta l’indice tech cinese si è dimostrato più forte rispetto al riferimento mondiale, le sue performance sono state degne di nota, testimoniate dalle grafiche con voi condivise. La domanda che vi starete ponendo in questo momento è questa:
È iniziato un nuovo trend rialzista sull’indice di forza vista la tendenza ad un mese e mezzo positiva e visti i due minimi rialzisti consecutivi? Questo non posso saperlo. Quello che è certo è che è necessario conoscere bene il termine “tendenza” e tutti quegli strumenti che permettono di identificarne un suo inizio ed una sua fine. Voi conoscete questi strumenti? Ditemelo nei commenti.
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