Nel grafico ho ipotizzato una classificazione degli ultimi due grandi movimenti del future americano sull’indice Standard & Poors 500. Partendo dal top assoluto, realizzato lo scorso 20 febbraio, le quotazioni hanno messo a segno una forte discesa pari a circa 1.200 punti o poco di più, per poi recuperare oltre l’80% del movimento discendente realizzato da febbraio a fine marzo. Per pulire il grafico dal “rumore” del mercato utilizzo un grafico Renko. Nella prima discesa possiamo leggere un totale di 7 movimenti, e chi conosce la teoria delle onde di Elliott sa bene che 7 movimenti hanno carattere correttivo. Di conseguenza ho classificato il primo movimento di grado primario come un’onda A, il secondo come un’onda B e i restanti movimenti come 5 onde di una C in estensione. Allo stato attuale neanche il secondo movimento rialzista partito dal minimo di fine marzo, nel suo grado superiore, risulterebbe a carattere impulsivo. Possiamo classificare 5 onde di una potenziale A in estensione e, dopo una correzione in onda B, un movimento netto in onda C. Nell’ipotesi di classificazione che ho giudicato probabile fino a questo momento, proverei a considerare chiusa tutta l’onda correttiva (al rialzo) partita dal minimo di fine marzo e ipotizzare una possibile inversione ribassista di medio termine che potrebbe riportare le quotazioni vero area 2.800 prima e 2.600 poi. In conclusione potremmo assistere ad un rialzo al massimo in area 3.230 e poi alla partenza di un movimento impulsivo verso il basso. Momentaneamente gli indicatori, di volume e di momentum, confermerebbero questa ipotesi. Nel caso in cui invece i prezzi rompessero con decisione area 3.230 verso l’alto, dovremo riclassificare tutto il movimento partito dai minimi di fine marzo. Buon Trading Agata Gimmillaro
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