Ftse Mib: non sappiamo dove va quindi guadagniamo.

Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’ Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e fondatore di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente




Molti ci hanno chiesto, dopo aver letto l’ articolo della scorsa settimana “Ftse Mib: in rimbalzo o in rialzo”, come facevamo a sapere che il mercato sarebbe salito.

Molto semplice: non lo sapevamo.

Molti altri ci hanno chiesto: “Ma come, aspettavate un ribasso e invece siete entrati al rialzo?”. Risposta nostra: “Certo: ci mancherebbe altro”.

Semplicemente, come avevamo scritto nell’ articolo stesso, “era giusto entrare al rialzo perché si era avuto un segnale”.

Noi non sappiamo dove va il mercato, e per questo guadagniamo, Come detto più volte, non sappiamo mai e non vogliamo assolutamente sapere (altrimenti saremmo il piccolo risparmiatore) dove andrà il mercato ma, di contro, sappiamo sempre che cosa fare. Ed è per questo anche che siamo così tranquilli. E siamo tranquilli che anche la prossima volta che avremo un segnale avremo più dell’ 80% di probabilità di guadagnare e quindi saremo ancora più tranquilli.

Alcune persone, sempre in numero più sparuto, fortuna per loro, fanno esattamente il contrario. Non sanno minimamente cosa fare ma non se ne rendono conto perché pensano di sapere dove andrà il mercato. Se lo stanno immaginando, Quello che pensano non è la realtà, è costantemente solo dentro la loro testa, ma essendo completamente all’ interno della testa non se ne rendono neanche conto.

Un esempio: ho sentito una persona, che esattamente il giorno in cui noi tutti di CFI, tutti i nostri numerosissimi utenti, siamo entrati long, da solo è entrato short.

Pensate il dramma: aveva più dell’ 80% di probabilità di perdere eppure lui pensava (in base a elaboratissimi pensieri e personali analisi tecniche) che il mercato sarebbe sceso. E la prossima volta il dramma si ripeterà, per lui, se non smette di operare, perché ancora entrerà in posizione senza sapere il da farsi ma avendo tantissimi pensieri non oggettivi. Le speranze facilmente si esauriranno insieme al conto in banca.

Ma ancora peggiore è il dramma di chi ha fatto esattamente il contrario ossia è entrato dalla nostra parte, ossia la rialzo, non su un segnale ma sulla base di intricatissimi personalissimi pensieri, magari di analisi tecnica o per lettura di articoli (come il nostro). Il dramma è che ha guadagnato. Avendo guadagnato, penserà di aver pensato bene e quindi nulla gli impedirà di rifarlo anche la prossima volta: entrerà nuovamente facendo gli stessi pensieri ed ottenendo gli stessi risultati: un’ operazione di cui non conoscerà niente ma immaginerà tanto. C’è da stupirsi se ha sempre perso in passato e ancora perderà costantemente?

C’è da avere paura perché, paradossalmente, la prima persona, perdendo subito, è più fortunata perché ci penserà bene prima di fare la prossima operazione a caso; la seconda è più sfortunata perché non ci penserà molto.

La verità è che la borsa non è semplice.

Queste persone dell’ esempio, una vera e una inventata, sono sempre meno e sempre più sparute in numero, per fortuna, perché in fondo lo sanno benissimo: ogni volta che fanno qualcosa rischiano di mettersi contro di noi che invece non facciamo MAI niente se non abbiamo almeno l’ 80% di probabilità di successo, quindi rischiano ogni volta di avere magari lo 0, magari il 10, magari il 15% di probabilità di vincere ma soprattutto, ogni volta che comprano o vendono un’ azione rischiano di mettersi contro colossi come Goldman Sachs che sono costantemente in posizione conoscendo precisamente al centesimo le loro probabilità di successo, come noi ma non come loro.

Infatti, tutte le possibilità di guadagnare costantemente sui mercati finanziari si riducono ad una cosa sola: un semplicissimo numero.

Se hai un numero guadagni, se non hai un numero perdi.

Chi non conosce il suo numero (per noi è superiore a 80), un numero che non deve essere frutto dell’ immaginazione ma che deve derivare dall’ averlo riscontrato su almeno minimo 500 operazioni (meglio se di più), non può riuscire a guadagnare, non può trarne un reddito aggiuntivo, né salvare il proprio capitale dalla batosta ma è destinato a perdere.

Pensate, vi do un altro numero, che deriva da uno studio annuale di Standard & Poor’s e Dow Jones (non certo le ultime società di elaborazione dati al mondo): l’83% dei fondi attivi, anche su un arco di tempo di 15 anni, fa peggio o ugualmente dei vari indici di riferimento azionari (Fonte: Il Corriere delle Sera, inserto “L’economia” del 6 novembre 2017).

Se i “professionisti” farebbero meglio a stare fermi perché, sulla base dei loro complicatissimi e informatissimi (spendono decine di migliaia di euro/dollari per essere costantemente aggiornati sulle notizie) calcoli e valutazioni mentali e pensieri perdono di vista cosa è fare trading, ossia confidare nella matematica, che speranza hanno i piccoli risparmiatori a stare nella propria testa?

La borsa è oggettiva e se non hai un numero, non hai i numeri.

Dopo aver detto le cose importanti, sarei tentato a non dare “appigli” di analisi tecnica ai pensieri perché in questo modo so che farò più male che bene.

Però, qualche informazione che possa almeno ridurre le probabilità di farsi male da soli forse può essere data

1) siamo arrivati agli obiettivi del ribasso (punto (1) in Figura 1) e

2) siamo rimbalzati (punto 3 in Figura 1)


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Fig 1. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.


3) le resistenze forti sono in area 21.600 – 21.800 (Figura 2);

4) i supporti forti sono in area 20.800 (Figura 2)


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Fig 3. Future Ftse Mib 40 – Grafico settimanale.


5) ci prepariamo ad effettuare un long o uno short su tali livelli solo dietro indicazione di segnale.


State ben attenti a non fare niente se non avete un numero a supporto perché potreste trovarvi sia contro le probabilità sia contro Goldman Sachs.

C’è da avere ne paura.







Strumenti di analisi: supporti e resistenze statici.



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