Archiviato un 2022 pesante per azioni e bond, il 2023 parte perturbato. Pesano inflazione elevata, strette monetarie e Cina alle prese col Covid. Tuttavia l’anno nuovo potrebbe via via migliorare, dopo una partenza incerta. L’emergenza energetica europea parrebbe superata: metano a 70 Euro/mwh.
L’ultima seduta borsistica europea del 2022 e’ stata caratterizzata dalla cautela e dalla sostanziale mancanza di trame operative e volumi. Il calo dei listini europei di venerdi’ 30 ha dunque contribuito ad archiviare un 2022 pesantemente negativo, tanto che per trovare qualcosa di peggiore occorre tornare al 2008.
L’Indice Stoxx600 Europe ha perso -1,3%, Londra -0,8%, Francoforte -1,1%, Parigi -1,5%, Madrid -1,1%, Milano -1,4% (con un calo 2022 superiore a -13%). A Wall Street l’ultima seduta dell’anno e’ stata apatica e senza spunti: Dow Jones -0,22%, S&P% -0,25% e Nasdaq -0,11%. Anche per le Borse Usa e’ il peggior anno dal 2008 ad oggi, con Nasdaq e S&P che hanno perso rispettivamente -33 e -20%.
Il calo superiore al -20% dell'indice Msci All-World, secondo un’analisi di Bloomberg, ha significato una perdita di oltre 18 mila miliardi di Dollari di capitalizzazione borsistica, a cui va aggiunta una perdita simile nell’universo obbligazionario globale.
Il comparto tecnologico ne ha fatto le spese piu’ d’ogni altro, bombardato dalla tendenza alla risalita dei tassi di interesse di mercato ed ufficiali; alle persistenti preoccupazioni per una recrudescenza autunnale del Covid si e’ associata la svolta “da falco”, (restrittiva) delle Banche centrali che hanno agito energicamente in contrasto all’inflazione con ripetuti aumenti dei tassi di riferimento.
La lotta all'inflazione resta un tema fondamentale in questo avvio di nuovo anno: rispetto ad un anno fa la prospettiva e’ di ridimensionamento della corsa al rialzo dei prezzi, ma cio’ ha implicato un costo del denaro e rendimenti obbligazionari almeno doppi rispetto ad un anno fa. L’economia produttiva parte azzoppata dal deteriorato potere d’acquiste delle famiglie e dalla scarsa voglia di investire delle imprese.
Il 2023 dell’economia e dei mercati parte dunque con parecchio vento contrario, alimentato dal rischio di recessione in Usa ed ancor piu’ in Europa, e dalle tensioni geopolitiche infiammate sulla guerra in Ucraina e nella minaccia di Pechino di “normalizzare” l’indipendenza di Taiwan.
La drastica strategia 'zero-Covid' cinese crea notevole incertezza sulla prospettiva economia del Paese e globale, mentre le principali Banche centrali prospettano un’attitudine restrittiva (alias nuovi aumenti dei tassi) per buona parte del nuovo anno, con l’obiettivo di raffreddare l’inflazione troppo alta.
Di incoraggiante c’e’ invece un ridimensionamento dei prezzi delle materie prime energetiche: il prezzo del greggio di riferimento Usa WTI e’ attorno agli 80 Dollari/barile, ben lontano dai 130 toccati a marzo 2022, mentre prosegue la brutale discesa di quello del metano: sul TTF, mercato di riferimento Europeo, scende oggi, 2 gennaio, a 70 Euro/megawattora, -6%, dopo il -14,5% di venerdì scorso.
L’anno nuovo parte con qualche dato macro incoraggiante in Europa. La Germania, a fine 2022, registra i livelli di occupazione più alti dall'unificazione tedesca, con 45,6 milioni di persone occupate, +1,3% (+590 mila unita’) rispetto a fine 2021, superando il precedente record che risaliva al 2019.
L'S&P Global Manufacturing PMI (Purchasing Managers Index) dell’Eurozona ha toccato 47,8 a dicembre, sopra al 47,1 di novembre, testimoniando il primo sollievo delle minori pressioni inflazionistiche sui prezzi all’ingrosso ed in generale una tendenza alla normalizzazione nelle catene di approvvigionamento.
Il PMI manifatturiero italiano è leggermente salito a dicembre a 48,5 da 48,4 di novembre, in linea con le stime, pur permanendo per il 6’ mese consecutivo in area di contrazione dell'attività industriale.
Sul versante asiatico, lo stesso indicatore sulla “salute” delle imprese manifatturiere è peggiorato: l'indice PMI del comparto e’ sceso a dicembre a 47 punti, dai 48 di novembre.
Nel corso della settimana saranno da seguire con attenzione i dati europei sull'inflazione a consumo (CPI) e quelli cruciali sul mercato del lavoro In Usa di dicembre, entrambi previsti per venerdi’ 6 gennaio.
Oggi, 2 gennaio, sara’ una giornata finanziaria a regime ridotto, poiche’ sono chiuse sia le Borse asiatiche che Wall Street, la cui operativita’ ripartira’ domani: nel frattempo le borse europee registrano un avvio positivo nel primo giorno di scambi del nuovo anno, con recuperi medi del +1,1% (ore 12.30 CET), mentre data la chiusura del mercato dei futures USA mancano indicazioni su Wall Street.
Sul mercato valutario l'Euro apre il nuovo anno in lieve flessione sul Dollaro, scambiato attorno a 1,068, -0,2%, mentre si rafforza leggermente sullo Yen giapponese attorno a quota 141.
Sul mercato dei metalli preziosi, protagonisti di un buon recupero nell’ultimo trimestre 2022, segnaliamo il prezzo dell'oro in lieve rialzo a 1.822 Dollari/oncia, +0,3%, mentre arretra marginalmente quello dell’argento, -0,3% a 24,18 /oncia. (ore 13.00 CET)
Avvio di anno 2023 tranquillo per il comparto obbligazionario: lo spread di rendiemento tra il BTP decennale italiano e l’omologo Bund tedesco e’ pari a 214 punti base, col rendimento del BTP “parametro” +4,64% (ore 13.00 CET).
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